Alcamo-No aumenti Imu e Tasi, ora il Comune trema

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ALCAMO – No all’aumento delle imposte, almeno per il momento. Il consiglio comunale a maggioranza ha bocciato la proposta di delibera avanzata dal commissario straordinario del Comune, Giovanni Arnone. I voti contrati sono stati 18: quelli dei consiglieri Nicolosi, Trovato, Ferrarella, Vesco, Pirrone, Allegro D’Angelo, Vario, Intravaia, Stabile, Coppola, Sebastiano Dara, Ruisi, Lombardo Raneri e Di Bona; 8 invece i voti a favore dati da Francesco Dara, Longo, Scibilia, Sciacca, Ignazio Caldarella, Rimi, Castrogiovanni e Pipitone. Il che significa che il commissario e gli uffici Finanziari dovranno rielaborare la proposta per ripianare la parte di disavanzano che sarebbe stata coperta dall’aumento della Tasi sulla prima casa dall’1,5 al 2 per mille e dell’Imu, vale a dire l’imposta sulla seconda casa, incrementata dallo 0,96 all’1,06 per mille. Una pioggia di critiche sono piovute addosso al partito democratico, che ha votato compatto a favore dell’aumento dei tributi, ed in particolare del presidente del consiglio Giuseppe Scibilia, esponente anch’esso dei Democratici, accusato di avere concordato questa manovra con il commissario del Comune. Sulla posizione del Pd che ha votato compatto Scibilia giura: “Dalla segreteria del Pd – precisa – era arrivata l’indicazione di votare secondo coscienza in base a quanto sarebbe scaturito dal dibattito. Ognuno dei consiglieri ha votato secondo coscienza e non dietro direttiva”. I consiglieri che hanno votato favorevolmente hanno sottolineato che la scelta di aumentare le tasse è praticamente obbligata perché altrimenti le conseguenze saranno drastiche: “Non si potrà rispettare il patto di stabilità – afferma il consigliere Ignazio Caldarella – e questo non consentirà investimenti in opere pubbliche, il blocco dei servizi sociali e non si potranno nemmeno prorogare i contratti dei 440 precari del Comune a fine anno”. “Non si potevano ancora richiedere sacrifici agli alcamesi in un momento così difficile – è stato detto unanimemente dai consiglieri che hanno bocciato la manovra – già tartassati da una pressione fiscale alle stelle”. Secondo Scibilia il Comune sarà costretto a interrompere le convenzioni con la casa di riposo e i vari istituti che accolgono gli indigenti. Nella direzione del risparmio Abc aveva lanciato la proposta deliberativa di azzerare per tutto il 2015 l’indennità del presidente del consiglio e i gettoni di presenza dei consiglieri: “Una proposta che sa molto di manovra elettorale – replica Scibilia – e alquanto demagogica. Inserirò questa proposta all’ordine del giorno del consiglio comunale e poi sarà l’assise che sceglierà”.