Alcamo – Movida selvaggia, rinviata discussione in Consiglio

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L’argomento figurava al primo posto dell’ordine del giorno del consiglio comunale di Alcamo. Riguarda la risposta all’interrogazione, presentata lo scorso 24 marzo dal consigliere Ignazio Caldarella. Certo quanto a tempestività per la risposta , attesa da otto mesi, bisogna fare i complimenti al Comune di Alcamo. L’oggetto dell’interrogazione è la movida selvaggia, che trova nella musica sparata all’aperto a tutto volume con apparecchiature sui marciapiedi o sulle strade la sua massima degenerazione. Il commissario Giovanni Arnone si è preso qualche giorno di tempo, prima di fornire la risposta contenuta in due fogli, inviata a Caldarella dalla segreteria generale, allo scopo di approfondire l’argomento alla luce dell’affollata riunione nella sala consiliare dal comitato dei cittadini violentati, durante numerose notti della settimana, da una barbarie che solo ad Alcamo torva la sua base anche per la totale assenza delle autorità che dovrebbero fare rispettare ordinanze, regolamenti, leggi che non trovano ospitalità nella Repubblica delle banane dove ognuno può fare ciò che vuole. Gli abitanti del martoriato centro storico chiedono interventi. “Si dicono alle attività ma che vengano rispettate le leggi per riportare il quieto vivere in quella bolgia infernale che è diventato il centro storico.” Intanto chiedono che, come da leggi e  regolamento, che si blocchi lo scempio, causato dalla musica all’aperto, vietata in tutta Italia, tranne eccezioni per feste, sagre etc, ma regolarmente consentita ad Alcamo. Il comitato del centro storico ha dato mandato anche ad un legale affinchè si accertino eventuali responsabilità nel concedere deroghe a leggi esistenti per sparare musica superiore ai decibel consentiti dalla legge. Ma per superare una legge non occorre un’altra legge? Lo stesso comitato sta valutando la richiesta di risarcimento dei danni morali, materiali e biologici per i danni  causati da notti insonni a causa della musica. L’inquinamento da rumore provoca gravi patologie pisico-fisiche e se ci sono responsabilità qualcuno deve pagare. Intanto oltre al silenzio della maggior parte dei consiglieri comunali c’è quello delle associazioni ambientaliste che dovrebbero lavorare, come succede in tante altre città, anche per evitare l’inquinamento da rumore. Ma, come dicevamo, Alcamo è una repubblica a parte. Ma fino a quando? Intanto nella risposta data a Caldarella è scritto che dai controlli non sono emerse criticità. Né musica, né alcol, né vandalismi o disturbi alle quiete pubblica. Semplicemente inaudito perché bastava chiedere agli abitanti per rendersi conto di ciò che succede.