Alcamo-Morte piccolo Lorenz, tracce dna sull’antidepressivo letale

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Emergono nuovi elementi nel processo ad Aminta Altamirano Guerrero, unica imputata per la morte ad Alcamo del figlioletto di 5 anni Lorenz Renda (nella foto entrambi). Ieri nuova udienza e ipotetico colpo di scena: sul tappo del flacone dell’antidepressivo che assumeva la donna sono state trovate effettivamente tracce del dna per bambino. Questo il responso dei periti nominati dalla corte d’Assise di Trapani, uno dell’università di Palermo e l’altro appartenente al laboratorio di analisi investigative della polizia di Palermo. Questo potrebbe rappresentare un punto di svolta del processo se si considera che la Guerrero avrebbe sostenuto di non avere costretto il figlio a ingurgitare una dose letale del suo farmaco, tesi dell’accusa, bensì sarebbe stato Lorenz stesso ad avere assunto l’antidepressivo in un momento di distrazione della donna. Le tracce del dna del bimbo sono state trovate, secondo quanto relazionato dai periti, sul tappo e sulla boccetta contenete il farmaco e persino all’interno del collo del flacone. Gli inquirenti che hanno ricostruito la triste vicenda hanno invece sempre affermato che ci fossero incongruenze nel racconto della madre che durante l’interrogatorio sarebbe caduta più volte in contraddizione. Inoltre l’antidepressivo in questione era dotato di una chiusura di sicurezza che, a detta del commissariato di polizia di Alcamo, non poteva essere aperto da un bambino di appena 5 anni. L’imputata invece ha sostenuto anche nel corso del processo che il figlioletto avrebbe ingurgitato il farmaco in dose letale senza che se ne fosse accorta e quando all’indomani mattina era andata a chiamare il bimbo che ancora era a letto lo ha trovato senza vita. Il prossimo 11 aprile è prevista un’ulteriore udienza ma oramai si è alle battute finali di questo processo. L’autopsia eseguita sul corpo del bimbo fece emergere che la sua morte fu procurata dall’eccessiva ingestione dell’antidepressivo utilizzato dalla madre. Gli investigatori hanno riferito di avere rinvenuto, all’interno di un secchio della spazzatura, un flacone vuoto ma che era perfettamente chiuso e con il dosatore inserito. Inoltre gli inquirenti avrebbero confermato le intenzioni suicide della donna, riportate in un foglietto che è stato sequestrato dalla polizia all’interno dell’abitazione. Inizialmente era trapelata l’ipotesi che Lorenz avesse potuto approfittare di una distrazione della madre avendo ingerito autonomamente il medicinale. Con il passare delle ore, a seguito anche della ricostruzione fatta dalla polizia scientifica che ha letteralmente rivoltato come un calzino l’abitazione, si è invece prospettata tutt’altra ipotesi. Dentro casa sarebbe stata trovata una lettera in cui, in termini molto confusi, la messicana dava disposizioni annunciando la morte propria e del figlio e chiedeva che non venisse eseguita l’autopsia sui loro corpi. Nonostante tutto non ha mai ammesso di avere ucciso il figlio. Gli inquirenti hanno trovato diverse scatole di ansiolitici in casa: questo il farmaco usato dalla donna che non ha mai superato lo shock della separazione dal marito, un alcamese emigrato in Germania con cui avrebbe avuto ancora dei forti contrasti.