Alcamo: morte bimbo, Procura chiede convalida fermo

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Dalla Procura di Trapani questa mattina è stata formalizzata la richiesta di convalida per il fermo della donna messicana che si ritiene possa avere ucciso il figlio facendogli assumere degli psicofarmaci da lei stessa utilizzati per curare i suoi problemi depressivi. Ora il giudice per le indagini preliminari avrà 48 ore di tempo, secondo prassi, per potere eventualmente decidere per la custodia cautelare oppure per la reimmissione in libertà della donna. Il gip potrebbe anche non attendere i due giorni: probabilmente si vuole anche verificare cosa eventualmente potrebbe venire fuori dall’autopsia programmata per oggi pomeriggio sul corpicino del piccolo di appena 5 anni. Difficile comunque che possano emergere nell’immediatezza dei risultati dall’esame autoptico a meno che non vi siano elementi imponderabili nella morte del bambino, ritrovato senza vita nella mattinata di lunedì scorso nel letto della sua abitazione nel cuore del centro storico di Alcamo. L’indagata continua ancora a professarsi innocente ma nei suoi confronti, sostengono gli inquirenti, ci sono “fortissimi elementi indiziari” che propendono verso la sua colpevolezza. Un elemento cardine è sicuramente il fatto che gli inquirenti hanno trovato la boccetta dei farmaci perfettamente chiusa: difficile potere pensare che un bimbo di appena 5 anni possa avere aperto il flacone che dispone di una chiusura di sicurezza. Ma questo è solo uno degli elementi indiziari” precisano dal commissariato di polizia di Alcamo che sta seguendo le indagini sul caso con il coordinamento della Procura. Sulla decisione del Gip inciderà anche quanto emergerà dall’interrogatorio dell’ex marito della donna messicana, un alcamese emigrato in Germania che ancora aveva forti dissidi con quella che fu la sua consorte. Pare che tra i due ci fossero ancora contatti, anche se erano più sporadici, per cui si spera di potere trovare nuovi elementi utili all’indagine. Oggi è previsto il suo rientro in città e la polizia avrebbe tutta l’intenzione di sottoporlo ad interrogatorio anche per capire se avesse mai avuto il sentore di possibili gesti inconsulti dell’ex consorte. Si scava anche sul profilo psicologico della vicenda: la donna pare avesse difficoltà finanziarie e aveva vissuto una vita sentimentale molto burrascosa. Da questa difficile situazione non aveva ancora trovato la forza di reagire, tanto da dovere fare ricorso all’assunzione degli antidepressivi che sono stati fatali per il suo bambino. Resta da capire cosa eventualmente possa essere scattato nella mente della donna per compiere un gesto simile. I contorni del caso sembrano essere tutt’altro che chiari. Le prossime ore potrebbero dare importanti indicazioni sotto questo aspetto.

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