Alcamo
Marito violento evade dai domiciliari

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Evade dai domiciliari per la seconda volta in appena qualche mese. Oggi sono di nuovo scattate le manette per l’alcamese Giuseppe Di Carlo, 46 anni: ad arrestarlo nella flagranza del reato gli agenti del commissariato di polizia che lo hanno sorpreso fuori dalla sua abitazione dove invece sta scontando i domiciliari. Una vita turbolenta quella di Di Carlo che era finito agli arresti nel 2010 per maltrattamenti in famiglia. L’uomo, secondo le indagini che furono allora portate avanti dalla polizia, per anni avrebbe picchiato selvaggiamente la moglie costringendola anche al silenzio sotto le continue minacce. A finire sotto la violenza delle sue mani non solo la consorte ma anche il figlio all’epoca dei fatti appena dodicenne. Di Carlo quattro anni fa venne arrestato proprio mentre stava picchiando moglie e figlia per l’ennesima volta. La moglie non ebbe mai il coraggio di denunciarlo: a salvarla dalla violenza fu una chiamata anonima arrivata al centralino del commissariato dove per l’appunto fu riferito che era in atto un pestaggio in un’abitazione. Intervenuti sul posto in pochissimi istanti i poliziotti si trovarono sotto gli occhi uno scenario agghiacciante. La donna e il figlio stavano tentando di sfuggire alla furia brutale dell’uomo che, in preda ai fumi dell’alcool dopo l’ennesima sbronza, li stava malmenando; infatti i due avevano evidenti segni di percosse sul volto. Alla vista dei poliziotti, madre e figlio hanno cominciato ad implorare aiuto. Non è stato semplice per gli agenti fermare Di Carlo il quale, nonostante la loro presenza, continuava ad essere aggressivo e violento. Dopo l’arresto la moglie, interrogata dai poliziotti, ammise le continue violenze subite. La vittima raccontò per filo e per segno il calvario subito per anni dentro quelle quattro mura domestiche, ammettendo che era sempre rimasta in silenzio per paura delle ritorsioni del marito violento e per la “vergogna”. Di Carlo stava scontando i domiciliari con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, minacce reiterati nel tempo, ed oltraggio e violenza a Pubblico Ufficiale. Processato questa mattina per direttissima il tribunale gli ha inflitto 8 mesi di reclusione: per lui si sono riaperte le porte del carcere di San Giuliano