Alcamo-Mafia, operazione “Freezer”: notificata ad undici la conclusione delle indagini

0
632

 

Sono le estorsioni le corsie privilegiate dalla mafia per cercare di tenere in vita l’organizzazione mafiosa con tutte le sue ramificazioni. La conferma arriva dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari per gli indagati, complessivamente undici, dell’operazione “Freezer”, coordinata dalla Procura distrettuale di Palermo e condotta dalla polizia ad Alcamo nello scorso mese di febbraio. Estorsioni non sempre denunciate  se non quando la vittima viene messa alle strette dalle indagini e per evitare una denuncia per favoreggiamento, racconta tutto agli inquirenti. E’ il caso della tangente richiesta, emerge nell’operazione “Freezer”  per i lavori, circa 130 mila euro l’appalto, per la strada provinciale di Alcamo Marina. E ancora le tangenti sollecitate ad imprenditori edili durante i lavori di realizzazione di alcune villette. Gli avvisi di conclusione delle indagini, che preludono il probabile rinvio a giudizio, sono stati notificati, oltre alle sei persone destinatarie dei provvedimenti cautelari: Ignazio Melodia, detto “u dutturi” per la sua laurea in medicina, trasferito in un carcere in Umbria e Salvatore Giacalone (detto «u prufissuri”), braccio destro di Melodia,  Antonino Stella, Filippo Cracchiolo, Vito Turriciano, già condannato per l’operazione Cemento del Golfo, e Giuseppe Di Giovanni, tutti e cinque  reclusi nel carcere di Pagliarelli. L’avviso è stato notificato anche ad indagati a piedi libero: Alida Maria Lauria, medico e compagna di Giuseppe Di Giovanni, Leonardo Palmeri, Leonardo Zanca, Roberto Lo Meo e Diego Ruggeri. Gli indagati, a vario titolo, debbono rispondere delle accuse di associazione mafiosa, estorsione e favoreggiamento. L’inchiesta, sfociata nel blitz di febbraio, è stata caratterizzata da indagini che hanno portato alla scoperta di summit organizzati all’interno di una cella frigorifera di un negozio di orto frutta nella via Ugo Foscolo. L’operazione Freezer, fotografa, secondo gli inquirenti, la mappa aggiornata del potere mafioso alcamese. A capo dell’organizzazione gli inquirenti indicano Ignazio Melodia, fratello del boss Antonino, in carcere per scontare ergastoli. Le intercettazioni ambientali hanno permesso di evidenziare che  il pilastro dell’economia mafiosa è il racket delle estorsioni. Le cimici hanno svelato altresì il tentativo  di cosa nostra alcamese di influenzare persone nel corso delle ultime elezioni comunali. Tra gli indagati figura infatti Giuseppe Di Giovanni, compagno del chirurgo Alida Maria Lauria, candidata al Consiglio comunale  nella lista «Insieme di può». E   l’avvocato Saro Lauria, uno dei fondatori della lista “Insieme si può” sta valutando l’opportunità di costituirsi parte civile. La donna ottenne 140 voti e non riuscì ad essere eletta. Prima della fissazione dell’udienza preliminare per l’eventuale rinvio a giudizio gli avvocati chiederanno tutte le carte, ovvero quelle ancora non in loro possesso, per studiare le strategie difensive.