Alcamo-Ipab San Pietro e Magione: futuro a rischio

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Due istituti ultracentenari che rappresentano ad Alcamo due eccellenti centri di assistenza per bambini e anziani indigenti. Due istituti: la casa di ospitalità “Mangione” che si occupa di assistenza sociale residenziale per gli anziani, eretta ente morale nel 1811. E l’Ipab “San Pietro-Opera Pia Pastore” che accoglie bambini, provenienti da famiglie difficili, affidati spesso dai giudici dai 3 agli 18 anni. Allo stato attuale sette vengono accuditi h 24 e vivono in tale Ipab e 19 sono in semiconvitto. Alla San Pietro lavorano dieci persone a tempo pieno e 21 contrattisti con una spesa media mensile per il personale di circa 50 mila euro. Alla “Mangione” nove impiegati di ruolo, quattro precari, altrettante suore più un numero variabile di contrattisti. La “Magione” oggi ospita quaranta tra anziani e anziane. Una ventina, che sono gli indigenti, vengono assistiti grazie alle rette pagate dal Comune, che oggi rappresentano una delle poche fonti di sostentamento. Stessa cosa per la “San Pietro”. Entrambe rischiano la chiusura perché la Regione da diversi anni ha tagliato i contributi. Ben 12 mensilità debbono essere corrisposte al personale della “San Pietro”. Undici a quelli della Magione. E della situazione delle Ipab siciliane  si parlerà giovedì, durante un incontro alla 10,30,  presso il dipartimento regionale alla Famiglia di Palermo. Il sindaco di Alcamo Domenico Surdi ha lanciato un appello alla Regione illustrando “la situazione drammatica delle due Ipab alcamesi nonostante gli ottimi servizi che si reggono solo sulle rette comunali” e sollecitando “l’intervento della Regione”. Se la San Pietro-Pia Opera Pastore ancora non ha chiuso i battenti lo si deve all’ex sindaco Giacomo Scala che per un milione e 300 mila euro il Comune acquistò un immobile della via Pia Opera Pastore, dove era ed è ancora ospitata una scuola dell’infanzia. Scala ottenne un duplice risultato: salvò dal fallimento la “San Pietro” e realizzando nel tempo notevoli risparmi non dovendo più pagare canoni di locazioni. Nella San Pietro vengono svolte numerose attività didattiche, ludiche, assistenza varia, doposcuola, colazione, pranzo e merenda per ventisei bambini di cui 19 in semiconvitto. Una fonte di reddito della San Pietro è l’affitto pagato dalla cooperativa Badia Grande che utilizza i locali della Pia Opera Pastore per ospitare una cinquantina di migranti. Ogni anno il canone è stato fissato in 96 mila euro. Ma la Badia Grande ne trattiene 30 mila per la manutenzione straordinaria dei locali. La stessa Ipab si è inserita nel fallimento dell’Anfe per mancati pagamenti  di 45 mila euro per l’affitto di locale dove hanno funzionato corsi di formazione. Complessa anche la situazione alla “Mangione”. Il taglio dei contributi regionali ha fatto saltare tutti i conti. Nel marzo del 2014 il consiglio di amministrazione deliberò il programma di risanamento e sviluppo. Una sorta di piano quinquennale 2013-2018 per risanare i conti. Era prevista la vendita di alcuni immobili, circa un milione di euro, per i quali nessuno fino ad oggi si è fatto avanti. aggravando un passivo che oggi ammonta a circa seicento mila euro. Due antiche e prestigiose istituzioni ad Alcamo nel campo dell’assistenza che oggi rischiano la chiusura.