Alcamo: costi politica, nessuna diminuzione

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Missione fallita. L’obiettivo del presidente del consiglio Giuseppe Scibilia (nella foto) di diminuire i costi della politica correlati al civico consesso non ha sortito gli effetti sperati. Praticamente anche nel mese di febbraio appena concluso la spesa a carico del Comune è pari a 22 mila e 500 euro, in media alla spesa mensile degli ultimi tempi. Era stato lo stesso Scibilia ad avere preso posizione in merito ai costi troppo elevati per il funzionamento degli organi consiliari, quindi commissioni e sedute del consiglio. Si era partiti con l’intenzione di anticipare al mattino le sedute del consiglio, esperimento che è durato pochissimo. L’obiettivo era quello di evitare che le sedute cominciassero troppo tardi e che quindi si potesse superare la mezzanotte in modo che non scattasse il secondo gettone di presenza. Subito dopo si è ripreso però a convocare i consigli nel pomeriggio, attorno alle 17,30. In pratica punto e a capo anche se così non la pena lo stesso Scibilia.

Nel mese di febbraio appena concluso i gettoni elargiti dal Comune sono stati complessivamente 370: i più stakanovisti Ignazio Caldarella, Leonardo Castrogiovanni e Antonio Pipitone con 17 presenze, i quali praticamente hanno sforato il tetto massimo di indennità fissato da una legge regionale a 948 euro. Subito dietro, con 16 presenze, ci sono Marianna Vario, Francesco Sciacca, Antonio Nicolosi, Vito Lombardo, Francesco Ferrarella, Francesco Dara e Giuseppe Campisi. Anche loro hanno sforato il tetto massimo dell’indennità, per cui percepiscono 948 euro. A conti fatti ben 10 consiglieri su trenta, quindi un terzo dell’intera assise, ha percepito lo stipendio più alto possibile che spetta a un consigliere. Fanalino di coda di questa graduatoria, come sempre d’altronde, il consigliere Rosario Dario Pirrone che racimola appena 3 gettoni pari a 182 euro. Oggi questi gettoni di presenza appesantiscono il bilancio comunale per effetto di una decisione che risale al 2002. In sostanza nel dicembre di quell’anno il consiglio comunale deliberò di aumentarsi il gettone da 53 a ben 80 euro, con una impennata quindi del 75 per cento. Decisione questa che continua quindi a incidere pesantemente: infatti, nonostante nel corso degli anni questi emolumenti sono stati via via diminuiti, si è arrivati ad un singolo gettone che oggi è pari a 60,75 euro, comunque superiore sempre a quello fissato nel 2002.

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