Alcamo: Castello Calatubo, altre 5 mila firme per “salvarlo”

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Il Castello di Calatubo di Alcamo pronto a fare il grande salto nella classifica dei luoghi del cuore del Fai, il Fondo ambientale italiano. Al momento la storica roccaforte alcamese è al 5° posto in classifica con 5.651 voti raggranellati ma l’associazione “Salviamo il Castello di Calatubo”, con l’aiuto di tanti volontari, ha già raccolto altre 5.270 firme cartacee che sono state già inviate al Fai per essere caricate. In questo modo il castello di Calatubo balzerebbe solitario al 2° posto in classifica tra i luoghi più belli da recuperare nelle preferenze degli italiani. Continua quindi il sogno di tanti di potere riuscire a recuperare lo straordinario esempio di testimonianza storica. Il primo posto significherebbe ottenere il finanziamento e il recupero del Castello di Calatubo. In questi mesi l’associazione “Salviamo il Castello “ ha davvero lavorato incessantemente sensibilizzando la gente all’utilizzo del voto on line e anche con banchetti organizzati ad Alcamo ed anche nei paesi limitrofi per la raccolta invece della tradizionale firma cartacea. Oggi conquistare il primo posto, seppur resta un obiettivo difficile, non è più impossibile. Un lavoro certosino di passaparola che ha portato una vagonata di voti. Votare è semplicissimo e gratuito: basta collegarsi via internet alla pagina www.iluoghidelcuore.it e cliccare su “vota ora” nel banner in alto alla pagina. Dopodichè si potrà cercare il luogo preferito, quindi in questo caso per il Castello di Calatubo basterà inserire la regione Sicilia e la provincia di Trapani. Una volta individuato il luogo da salvare ci si dovrà registrare e votare. Il tutto potrà essere fatto in pochissimi minuti. La bellezza di questo luogo lascia incantati chiunque dall’autostrada A-29 Palermo-Mazara del Vallo scorge questo straordinario sito e che suggestiona ulteriormente specie nelle ore serali con lo splendido effetto dell’illuminazione. Oggi il Castello però rischia seriamente di scomparire per effetto del degrado e dell’incuria del tempo. La posizione del sito, attraversato da importanti vie di comunicazione, la ricchezza del suo territorio e la presenza di uno sbocco marittimo di un entroterra tra Partinico e Segesta, spiegano la presenza di un insediamento già in età arcaica e l’importanza che esso assunse in età normanna. Il Castello, le cui esistenza è datata attorno all’anno mille, cessata la sua funzione militare si trasformò in masseria a controllo del vasto feudo e fino agli anni ’60 era ancora in buono stato di conservazione, grazie al continuo utilizzo dell’antica dimora che, con pesanti interventi di ristrutturazione aveva consentito, comunque, il mantenimento delle fabbriche. Poi l’oblio. La fortezza, ormai abbandonata, divenne un ovile. L’azione distruttiva degli animali, il terremoto del 1968 e l’assenza d’interventi condusse al crollo dei solai e infine delle murature.

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