Alcamo-Cani randagi in “appalto”, il Comune ci riprova

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Il Comune di Alcamo ci riprova ad affidare l’appalto per il servizio di cattura dei cani randagi, trasporto, ricovero, custodia e mantenimento in vita, cura e pulizia in una struttura autorizzata. Dopo la fumata nera dello scorso dicembre, in quanto nessuna ditta si è presentata entro i termini stabiliti dal bando, ora il commissario straordinario Giovanni Arnone tenta nuovamente la strada della gara d’appalto. Ad essere messi a disposizione 337 mila euro pe espletare il servizio dall’1 marzo prossimo e sino al 31 dicembre. La sensazione però è che ancora una volta il Comune dovrà arrendersi di fronte all’evidenza che nessuno pare interessato allo svolgimento di questo tipo di servizio: o per mancanza di strutture adeguate o magari perché la cifra è ritenuta troppo bassa. Sta di fatto che oramai da anni va avanti questo “balletto” dell’indizione di un bando che puntualmente va deserto, con la conseguenza che alla fine si è costretti a dare il servizio in prosecuzione al canile di “Mister Dog”, con costi che sono esorbitanti. La struttura a cui ci si affida oramai da un decennio si trova nel comune di Rocca di Neto, in provincia di Crotone e i costi sono davvero esorbitanti. Già per il bando andato deserto nel dicembre scorso gli uffici comunali hanno provveduto a proseguire la convenzione con “Mister Dog” in procedura d’urgenza sino a tutto questo mese di febbraio. Chi vince il bando dovrà farsi carico di qualcosa come 500 cani che al momento si trovano per l’appunto nel canile calabrese. La conseguenza è che il Comune ha sulle spalle un costo per mantenere i randagi davvero enorme: infatti la retta giornaliera per singolo cane praticata dal canile è pari a 1,56 euro esclusa iva fissata al 22 per cento. Quindi, a conti fatti, ogni mese il Comune per questi randagi sborsa qualcosa come 30 mila euro, ben 360 mila euro l’anno. Moltiplicando questo dato per i 10 anni di detenzione si arriva alla stratosferica cifra di 3 milioni e mezzo di euro. Situazione che si consuma con sullo sfondo il paradosso di un rifugio sanitario realizzato dal Comune da tempo che però non apre i battenti. Prima per una serie di intoppi burocratici, poi si è aggiunto il recente caso della denuncia dei lavori abusivi da parte di un consigliere comunale, Alessandro Calvaruso, con tanto di denuncia alla Procura della Repubblica di Trapani. E’ stata paventata l’ipotesi che la struttura sia stata realizzata in area protetta e vincolata: per di più, nonostante ancora non aperta e autorizzata, è stato scoperto che era già utilizzata, tanto che al loro interno sono stati trovati diversi cani. Cosa succederà e quali saranno i risvolti non è dato sapere: intanto i cittadini continuano a pagare.