Alcamo, Banca don Rizzo: al via giro di valzer per i 15 preposti

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Un grande giro di valzer che ha comportato la rotazione di tutti e quindici i preposti della Banca don Rizzo di Alcamo. Lo scopo del direttore generale Antonino Pennisi, che ha concordato la rotazione con l’amministrazione della don Rizzo,  è quello di cercare di dare nuova linfa ad una banca, recentemente nell’occhio del ciclone, tanto il precedente consiglio è stato sostituito dopo un anno dalla elezione, su precise indicazioni del Fondo di garanzia dopo un’ispezione della Banca d’Italia. Come s ricorderà l’elezione del nuovo consiglio, presieduto da Sergio Amenta, fu preceduta da una serie di polemiche e ricorsi davanti al giudice civile di Palermo, alcuni ancora pendenti, sui metodi adottati per “il gradimento” dei componenti da mettere in lista per la nuova governance. Intanto il balletto dei preposti ha anche l’obiettivo di cercare di snellire e quindi sburocratizzare un istituto di credito, al quale gli alcamesi sono molto legati. La banca don Rizzo ha oggi 17 sportelli nelle province di Trapani, Palermo ed Agrigento e il principale obiettivo del nuovo consiglio è quello di ridare linfa ad una banca, che come tutte le altre, si muove su un mercato oggi molto concorrenziale e che quindi ha bisogno di iniziative ed entusiasmo, in primo luogo,  tra coloro che vi lavorano per coinvolgere la clientela, ridare fiducia,  e cercarne di nuova per garantire la continuità di una storia, iniziata oltre 100 anni a dal sacerdote don Giuseppe Rizzo.  Intanto è stata approvata in via definitiva la nuova normativa che prevede che le Banche di credito cooperativo diano vita a una holding S.p.A. che al contempo controlli le BCC aderenti e intervenga disciplinando il principio di solidarietà che finora tali banche hanno esercitato su base volontaristica. L’alternativa possibile è quella, per non entrare a far parte della holding, di trasformarsi in S.p.A., smettendo, di fatto di essere un Credito cooperativo. Quest’ultima strada può essere seguita solo da quelle Banche cooperative con oltre 200 milioni di patrimonio attivo. Per le Bcc, don Rizzo naturalmente compresa, la legge di riforma mira alla riduzione con accorpamenti delle 368 le banche di credito cooperativo in Italia, e di riflesso abolire decine di consigli di amministrazione con notevoli risparmi. Ma perché questa fase possa attuarsi non si esclude che passerà almeno un anno.