Alcamo: Asu sospese, chiesta ispezione al Comune

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ALCAMO – Sollecitata un’ispezione della Regione al Comune di Alcamo per il caso delle lavoratrici Asu sospese lo scorso anno e che qualche giorno fa il tribunale di Trapani ha ordinato di reintegrare. A farlo il gruppo parlamentare all’Ars del Movimento 5 Stelle che ha presentato un’interrogazione all’Assemblea Regionale Siciliana a firma della deputata Valentina Palmeri. Nell’atto si chiede che la Regione proceda ad un’ispezione presso il Comune di Alcamo per verificare la sussistenza di altri eventuali comportamenti illegittimi tenuti nei confronti della categoria di lavoratori Asu, e che valuti la possibilità di trasmettere gli atti alla Procura Regionale della Corte dei Conti ed alla Procura della Repubblica per accertare un possibile danno erariale ed eventuali violazioni di legge che abbiano rilevanza penale. Ulteriore obiettivo dell’interrogazione è quello di informare il competente assessorato di quanto avvenuto, alla luce delle recenti ordinanze emesse dal Giudice del Lavoro di Trapani. Il comportamento tenuto dal Comune di Alcamo, secondo la grillina, appare palesemente in contrasto con le norme vigenti. Secondo quanto si legge nelle ordinanze del tribunale del lavoro di Trapani si sottolinea che “la competenza alla cancellazione del lavoratore socialmente utile non è del soggetto utilizzatore, quindi del Comune di Alcamo in questo caso specifico, bensì del Centro per l’Impiego territorialmente competente. Per il giudice il soggetto utilizzatore, infatti, ha solo poteri di natura organizzativa. Nel caso specifico il centro per l’impiego, con ben due comunicazioni dirette al Comune di Alcamo, non solo ha ribadito di essere unico soggetto titolare dei poteri sanzionatori, ma ha pure motivato le ragioni per le quali ha ritenuto di non ravvisare alcuna ipotesi di decadenza. Nei giorni scorsi il caso è stato sollevato anche dal gruppo consiliare di Area Democratica che ha chiesto al sindaco di verificare eventuali illegittimità poste in essere dai dirigenti che hanno emesso il provvedimento di sospensione delle Asu. Per le due lavoratrici le contestazioni principali a vario titolo erano state quelle di “assenza ingiustificata” e di “inottemperanza all’ordine di servizio” da parte del segretario generale del Comune. Il tribunale ha imposto al Comune di reimmettere in servizio le due lavoratrici e di riconoscere loro le indennità non corrisposte in questo periodo di sospensione, in un caso a partire da agosto e nell’altro da settembre dello scorso anno. Il ricorso presentato per conto delle due lavoratrici dall’avvocato Damiano Ciacio è stato soltanto parzialmente accolto. Infatti il tribunale ha evidenziato che non ha competenze in merito per riconoscere la domanda di risarcimento danni che è stata contestualmente presentata, sottolineando che la competenza sarà del tribunale ordinario. Sotto questo aspetto il Comune potrebbero essere dolori: per danni morali, biologici e d’immagine le due Asu hanno avanzato una richiesta di risarcimento complessiva di ben 140 mila euro.