Alcamo: arriva la Tasi, stangata per tutti o quasi

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Si dice che tra il dire e il fare ci sia molto spesso di mezzo il mare. Era il marzo di quest’anno quando il neoassessore al Bilancio Nino Manno annunciava che l’obiettivo dell’amministrazione sarebbe stato quello di non aumentare le tasse a carico di una collettività alcamese già tartassata. A distanza però di 5 mesi ci si è dovuti arrendere al Comune di fronte all’amara realtà che i conti in bilancio non tornano. E così, ancora una volta, a scontare questa mancata quadratura saranno i contribuenti. E’ infatti in arrivo la stangata Tasi, la nuova imposta introdotta dal governo nazionale pagata da chi possiede o detiene a qualsiasi titolo fabbricati, compresa l’abitazione principale e aree edificabili, ad eccezione, in ogni caso, dei terreni agricoli. In caso di pluralità di possessori o di detentori, questi sono tenuti in solido all’adempimento dell’unica obbligazione tributaria. Per gli alcamesi le previsioni sono nefaste: in sede di elaborazione del bilancio di previsione del Comune per l’anno 2014 la giunta ha certificato che è emersa la necessità del compimento di uno sforzo e quindi di una manovra fiscale, riguardante in primo luogo proprio la Tasi, tale da assicurare un ammontare di entrate per l’anno 2014, idoneo a garantire gli equilibri di bilancio. Al Comune risulta un “buco” da ben 3 milioni e 229 mila euro, per effetto del taglio del Fondo di Solidarietà Comunale previsto per legge, del mancato gettito derivante dall’esenzione dell’applicazione dell’Imu all’abitazione principale, della equiparazione alla prima casa (con riduzione del gettito rispetto al 2013) per alcune tipologie di immobili. Proprio per effetto di questa situazione è stata introdotta la Tasi nell’aliquota massima, il 2,5 per mille, per la maggior parte dei contribuenti. Per incassare questa cifra la giunta ha elaborato due ipotesi che saranno portate al vaglio del consiglio comunale per l’approvazione definitiva. Una prima ipotesi è l’applicazione delle aliquote del tributo in base al reddito: per le abitazioni principali di categoria catastale A1, A8 e A9 si pagherà il 2,5; per tutte le altre categorie catastali, invece, è previsto il 2,3 per chi ha reddito inferiore i 10 mila euro, ancora il massimo per soglie superiori di reddito; stessa identica applicazione è prevista anche per le pertinenze di abitazioni principali, quindi per garage, magazzini e altre simili tipologie. L’amministrazione comunale si dice con le mani legate, strozzata dai troppi tagli di Stato e Regione

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