Alcamo-Arresto Perricone, candidato sindaco si disimpegna: il Psi che fa?

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“Ho preso la decisione di non portare più avanti la mia candidatura a sindaco”. Giuseppe Benenati (nella foto) si è formalmente ritirato dalla competizione elettorale alcamese del prossimo 5 giugno. Una scelta dettata dal terremoto politico che ha colpito direttamente la formazione politica che lo sostiene, il partito socialista italiano, con l’arresto del suo più autorevole esponente locale, Pasquale Perricone. Troppo forti ed ingombranti le ombre che si sarebbero addensate attorno a lui ed evidentemente ha deciso di fare il passo di ritirare la sua candidatura in quest’ottica. Tecnicamente però la sua candidatura non potrà essere ritirata: chi vorrà potrà votarlo il prossimo 5 giugno. Più che altro quello di Benenati è un disimpegno. Da vedere poi come si muoveranno i vari candidati in lista che di fatto restano tutti in corsa: quindi ipoteticamente se si dovesse superare lo sbarramento del 5 per cento scatterebbero i seggi in consiglio comunale. Ancora rispetto a questa decisione il Psi dovrà scegliere il da farsi. “Non posso dimenticare – scrive nella lettera aperta in cui Benenati annuncia il suo disiempegno – di avere fatto dell’onestà, della correttezza e della probità il mio cavallo di battaglia, e non perchè siamo in campagna elettorale ma perchè è il mio modo di essere della mia persona”. Finisce così la parentesi di Benenati con il suo ritorno alla politica attiva dopo la prima esperienza fatta nel 2007, quando si candidò alle elezioni amministrative arrivando al ballottaggio ma perdendo poi nel confronto con Giacomo Scala che fu eletto sindaco per la seconda legislatura consecutiva. Una candidatura, quest’ultima, non poco tormentata. Inizialmente infatti era sostenuto da due liste: oltre al Psi vi erano accanto i Democratici per Alcamo, vale a dire gli ex Articolo 4 che non avevano trovato l’accordo con il Partito Democratico. Poi il parlamentare regionale proprio degli ex Articolo 4, Paolo Ruggirello, riuscì in extremis nelle segreterie provinciali a trovare l’intesa con i Democratici e poco dopo lo seguirono i suoi fedelissimi lasciando quindi Benenati orfano di questa forza politica. Si pensò ad un possibile ritiro della sua candidatura ma poi proprio Perricone, arrestato all’alba di ieri con pesantissime accuse tra cui associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, truffa aggravata e con l’ipotesi che fosse anche vicino alla famiglia mafiosa dei Melodia, fu uno dei maggiori sostenitori di Benenati. Da esponente della segreteria provinciale dei socialisti portò avanti fermamente la candidatura a sindaco anche senza il sostegno degli ex Articolo 4: “Non sono nè un forcaiolo nè tantomeno mi schiero tra coloro che magari in tali occasioni possono sostenere che questa è una giustizia ad orologeria – aggiunge Benenati nella lettera – però cosa diversa è l’opportunità politica, che non ha regole o leggi da rispettare ma trova fondamento nell’assetto morale di ogni uomo che, se dotato di un minimo di dignità e sensibilità, non può far finta di niente”.