Alcamo: appalto mensa revocato, penali “salate”

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Appena il tempo di revocare l’appalto e subito scatta la tagliola delle penali. La ditta di Salemi che ha svolto nelle scuole di Alcamo il servizio di distribuzione dei pasti nelle mense nell’anno appena trascorso si è vista decurtare dalla liquidazione del mese di maggio dovuta dal Comune quasi 6 mila euro, frutto delle 11 contestazioni mosse nell’arco per l’appunto di un mese per irregolarità nella preparazione e consegna dei cibi rispetto a quanto stabilito dal capitolato di appalto. E che l’ente pubblico faccia sul serio lo si evince dalla determina del Settore Sviluppo Economico e Servizi al cittadino: si liquidano infatti 31 mila euro, già decurtati dei 5 mila e 700 euro che è la somma delle penali comminate. Decisione che arriva a qualche giorno di stanza dalla rescissione del contratto con la ditta stessa che avrebbe dovuto svolgere questo servizio anche per il prossimo anno scolastico. Decisione scaturita a seguito delle numerose contestazioni alla qualità del cibo che è stato fornito agli alunni. Per l’esattezza il Comune ha applicato ben 23 penali, comprese le 11 per l’appunto elevate nel mese di maggio, per mancato rispetto del capitolato d’appalto da parte dell’azienda che si era aggiudicata nell’ottobre del 2013 il bando per la fornitura dei pasti. Un rapporto che tra la ditta di Salemi e soprattutto le mamme dei plessi scolastici serviti non è mai stato idilliaco. Tanto che è stato costituito un comitato mensa alla fine dello scorso anno con l’intenzione proprio di interloquire con l’amministrazione comunale per far presenti i problemi riscontrati nel consumo dei cibi da parte degli alunni. Alle decine di contestazioni ha risposto l’esecutivo guidato dal sindaco Sebastiano Bonventre che ha iniziato ad effettuare dei veri e propri blitz durante la distribuzione dei pasti delle mense nelle varie scuole. Anche l’amministrazione ha quindi constatato tutta una serie di problematiche tra le quali “la qualità dei prodotti forniti”, “l’orario di consegna dei pasti”, “l’igienicità dei contenitori usati per il trasporto dei pasti” e, infine, “la temperatura dei piatti non adeguata al consumo”. Inoltre più volte, secondo quanto attesta il Comune alcamese, si è constatata “l’assenza totale dei prodotti elencati nella documentazione trasmessa dalla ditta a dimostrazione dell’origine biologica, e ciò si è verificato soprattutto presso le cucine dei plessi “Collodi” e “Froebel”, dove , invece, sono state rinvenute derrate non biologiche. Specie a partire da febbraio, da quando cioè si è deciso di attivare controlli più stringenti sulla ditta, sono stati rilevati: il cambio di alcuni prodotti con altri, o con marche diverse o addirittura sostituendo del tutto la tipologia del cibo; l’eccessiva cottura di alcuni piatti; il pesce fornito presentava lische “ben visibili”, quindi con rischi per i bambini che lo ingerivano; la scarsa qualità e quantità di alcuni ingredienti. Addirittura al plesso “Pirandello”, per protesta, un’intera classe ha comunicato l’astensione dal servizio mensa fino a tempo indeterminato.

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