Agromafia, sequestro beni ad imprenditore marsalese

0
449

Un accordo nel mondo del trasporto e della commercializzazione del settore ortofrutticolo che collega la provincia trapanese addirittura con il sanguinario clan dei casalesi. Un accordo che è stato accertato dalla Direzione Investigativa Antimafia-Sezione Operativa di Trapani, che questa mattina ha effettuato un sequestro di beni mobili, immobili e societari, nei confronti di Carmelo Gagliano, 48 anni marsalese, imprenditore nel settore dei trasporti. Il provvedimento deriva da una proposta del Direttore della Dia ed è stato emesso dal Tribunale di Trapani-Sezione Misure di Prevenzionem, che ha condiviso le risultanze investigative condotte dagli inquirenti trapanesi, d’intesa con il Procuratore AggiuntoBernardo Petralia, coordinatore del “Gruppo Misure di Prevenzione” della locale Dda. Gagliano, secondo le indagini, sarebbe legato agli ambienti malavitosi e alle logiche mafiose in quanto amministratore e prestanome, in seno alla società di trasporti “Afm Autofrigo Marsala Società cooperativa”. Le indagini, intraprese dapprima dal Centro Operativo della Dia di Roma, proseguite da quello di Palermo e, quindi, dalla Sezione di Trapani, hanno consentito di accertare, all’interno dei più importanti mercati ortofrutticoli del sud del Paese, l’esistenza di una monopolizzazione del settore dei trasporti su gomma e di accordi tra la mafia siciliana e il “clan dei casalesi”. Con l’attività investigativa, quindi, è stato interrotto l’accordo tra i clan camorristici e quelli legati a Cosa Nostra, operato a discapito della concorrenza tra gli operatori del settore. Il sequestro ha riguardato terreni, fabbricati, l’intero capitale sociale e il compendio aziendale della “Lgf Trasporti srl” con sede a Mazara del Vallo e otto veicoli, per un valore di circa 2 milioni di euro. Che esista forte questo legame tra la Sicilia e la Campania nell’ambito della cosiddetta agromafia è oramai risaputo da tempo: il volume d’affari complessivo dell’agromafia è salito a circa 14 miliardi di euro nel 2013, con un aumento record del 12 per cento rispetto a due anni fa, in netta controtendenza rispetto alla fase recessiva del Paese perché la criminalità organizzata trova terreno fertile proprio nel tessuto economico indebolito dalla crisi. E’ quanto emerge dal Rapporto “Agromafie” sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Coldiretti/Eurispes. L’agricoltura e l’alimentare sono considerate aree prioritarie di investimento dalla malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché del cibo, anche in tempi di difficoltà, nessuno potrà fare a meno, ma soprattutto perché consente di infiltrarsi in modo capillare la società civile e condizionare la via quotidiana della persone in termini economici e salutistici.